Sicurezza in acqua – 2^ parte 

Oggi vi somministriamo le preannunciate 7 pillole di saggezza sulle buone pratiche di comportamento per non avere problemi in acqua.

Data:
24 Giugno 2025

Sicurezza in acqua – 2^ parte 

Oggi vi somministriamo le preannunciate 7 pillole di saggezza sulle buone pratiche di comportamento per non avere problemi in acqua.

Ma prima facciamo un doveroso richiamo alle fonti delle raccomandazioni che riportiamo in queste tre puntate sulla “Sicurezza in acqua”, ribadendo in particolare la questione della maggior esposizione al rischio insita nei bambini, come abbiamo riportato nella nostra 1^ puntata (se volete recuperarla la trovate a questo link:  https://www.facebook.com/share/p/1Bv6oaN6QX/ ).

Si tratta dell’“ISS Istituto Superiore di Sanità” e, in special modo, dell’“Osservatorio per lo sviluppo di una strategia nazionale di prevenzione degli annegamenti e incidenti in acque di balneazione”. Questo organismo ha elaborato un “rapporto” in via di pubblicazione che parla con chiarezza di errori e false credenze all’origine della mancata o inadeguata supervisione da parte degli adulti nei confronti dei bambini.

Secondo uno studio riportato nel rapporto, quegli adulti di riferimento ammettevano, mentre sorvegliavano il loro bambino vicino all’acqua, di: aver parlato con altri (38%); aver da sorvegliare (almeno) un altro bambino; essere occupati a leggere (18%); star mangiando (17%); star parlando al telefono (11%). Tra i genitori di bambini tra 0 e 12 anni quasi la metà (48%) erano convinti – sbagliandosi – che avrebbero sentito rumori e schizzi o piangere il loro bambino, se si fosse trovato in difficoltà in acqua. Inoltre il 56% credeva che un assistente di salvamento (= bagnino), se presente, fosse la persona principalmente responsabile della supervisione del proprio bambino; il 32% ha riferito di lasciare il proprio bambino completamente incustodito in una piscina per 2 minuti o più.

E ora passiamo senz’altro alle 7 pillole!

1-Valutare bene le proprie e le altrui capacità natatorie in base alle condizioni ambientali (temperature, meteo, onde, vento, a riva, al largo, su imbarcazione ecc), alle correnti e a tutto il contesto. Evitare proprio di entrare in acqua se non ci si sente in perfette condizioni di salute, dal punto di vista sia fisico sia psichico. Se non si ha voglia di entrare in acqua, forse l’organismo ci sta avvertendo che non è il caso di farlo!

2-Mai trovarsi da soli in acqua – bisogna avere sempre un “compagno d’acqua” vicino – e soprattutto non avventurarsi lontano dalla riva, tantomeno se non si ha anche un natante d’appoggio.

3-Ne abbiamo parlato l’altra volta ma un richiamo anche in questo caso non guasta: fare estrema attenzione allo sbalzo termico tra fuori e dentro l’acqua, quindi non solo alla temperatura dell’acqua: situazioni come il corpo accaldato al sole, surriscaldato da attività sportiva o in fase digestiva, possono rivelarsi rischiose anche se l’acqua di per sé non è gelida; e comunque bisogna ricordare che le acque interne sono per tutto l’anno molto più fredde del mare.

4-Attendere almeno 4 ore dai pasti principali e almeno 2 ore dagli spuntini. NON bere alcolici prima di entrare in acqua.

5-Non forzare mai le proprie prestazioni: l’acqua richiede sempre “conservazione delle energie”. Non nuotare MAI contro corrente, bensì di lato mentre ci si lascia trasportare; vale anche quando sui litorali si resta presi nelle rip currents o “correnti di risacca”: è così che se ne esce, dato che tirano verso il largo (il che ne fa l’incidente più frequente durante l’estate su spiagge e arenili). Le rip-currents sono illustrate tra le immagini dell’articolo. Ricordate in compenso che in mare si galleggia molto meglio che in acqua dolce.

6-Non arrampicarsi sulle scogliere; ed evitare comunque tuffi da altezze superiori alla propria statura e/o dove non si scorge nettamente il fondale; evitare di tuffarsi da mezzi di navigazione, sia fermi sia in movimento. In caso di onde alte con creste (i cosiddetti “cavalloni”), il che sconsiglierebbe di entrare in acqua, non bisogna comunque tuffarsi a favore di onda, ma sempre contro (o dentro o sopra).

7-Nuotare nelle apposite aree dedicate ai bagnanti e in ogni caso mantenersi a distanza di sicurezza dai natanti e dai corridoi a loro riservati; rendersi ben avvistabili (boa con bandiera “segnasub” al seguito, anche per il nuotatore): il pericolo più frequente in acqua d’estate è restare travolti da natanti in transito!

Vi diamo appuntamento alla 3^ e ultima puntata…molto presto, sempre su queste pagine virtuali!

I testi dentro l’immagine sulle RIP-CURRENTS in Italiano:

«Se vieni trascinato da una “Rip Current” (= Corrente di Risacca):
  • Rilassati, le rip-currents non ti tirano sott’acqua.
  • Non nuotare controcorrente.
  • Nuota fuori dalla corrente, poi verso riva (= vie di fuga laterali).
  • Se non riesci a uscire, galleggia o muovi le gambe restando a galla.
  • Se hai bisogno di aiuto, grida o fai segni con le braccia per attirare l’attenzione.»

N.B. – La localizzazione delle correnti di risacca si riconosce dalla costa in quanto la superficie del mare appare calma, senza onde formate né creste bianche, perché l’acqua in quel punto è più profonda, dato che la corrente ha “scavato” il fondale. Le onde invece frangono dove l’acqua è più bassa; ed è lì che bisogna cercare di dirigersi per uscire dal corridoio della corrente e tornare agevolmente verso riva.

(Si ringrazia il giornale “MaremmaOggi.net” per la disponibilità alla pubblicazione della foto di salvataggio in mare che ne riporta la sigla in sovrimpressione.)



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Ultimo aggiornamento

26 Giugno 2025, 07:00